Si racconta che l'acqua sia dotata di memoria, di ricordi, di dejà-vu....dicono che ogni singola molecola avrebbe la capacità di ricordare le sensazioni di sostanze o soggetti con cui è venuta in contatto...Oggetti di qualsiasi tipo ma anche parti del corpo umano: mani, piedi e fronti imperlate del sudore della giornata di lavoro.
Torre del Lago Puccini
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Di melodie mai suonate ma sussurrate dalla brezza delle notti d'estate. Racconterebbe storie di arnesi, di animali, di uomini e donne che con la loro passione e dedizione hanno migliorato il territorio, lo hanno coltivato, lo hanno reso produttivo anche se a costo di grandi sacrifici. E noi partiamo proprio da qui....partiamo dalla riscoperta di antichi mestieri e professioni ormai dimenticate per raccontare il lago di Massaciuccoli e la sua piana in un modo originale, diverso e, sicuramente, contro corrente.
Il carbone, in particolare la torba, dava la possibilità di creare i famosi mattoni che venivano utilizzati per riscaldare le abitazioni locali o scambiati nei mercati presenti nella zona.
La macchia mediterranea fatta prevalentemente di sottobosco e di pini marittimi permetteva di raccogliere i pinoli e la resina veniva estratta e utilizzata come colla e/o in lavorazioni artigianali.
Il becolino o navicello, era il "somaro del lago", il mezzo indispensabile per la commercializzazione dei prodotti tipici.
L'imbarcazione e i suoi passeggeri vivevano in stretta simbiosi, non potendo fare a meno gli uni dell'altra: così come il lago, anche per il mare....I maestri d' ascia e le imbarcazioni a vela della Versilia......quelle dove gli Agnelli da piccoli passavano le estati e "vestivano alla marinara" e quelle che trasportavano il marmo statuario che Michelangelo avrebbe trasformato nei suoi capolavori.
I
vasti giacimenti di torba che circondavano il lago contribuivano a riscaldare
le abitazioni locali e a far muovere i macchinari industriali grazie alla
macchina a vapore.
L'attività
estrattiva prosperò sin dal 1887 grazie al Marchese
Ginori Lisci che era proprietario di buona parte del lago e della
sua piana. Il Marchese diede vita ad un'azienda di trasformazione sulla sponda
nord del lago ed i resti di tale azienda sono visibili tuttora nel comune di
Massarosa. Il carbonaio era un mestiere duro, sporco e cattivo ma nonostante
questo prevaleva il senso di
appartenenza alla comunità, la volontà di valorizzare il territorio ed il
fortissimo legame con quella terra-madre che nutriva i suoi figli sebbene a
prezzo di grande fatica e sudore della fronte.
Una tradizione antica : le campane di Bargecchia
Dal
1885, anno della loro fusione e consegna alla città, le quattro campane di
Bargecchia segnano il tempo e gli avvenimenti più importanti per la popolazione
locale. L'inizio e la fine della guerra, una processione religiosa, l'inizio e
la fine dei lavori nei campi.
Difese
caparbiamente dal parroco durante l'occupazione nazista che voleva fonderle per
farne armi da guerra, oggi le campane di Bargecchia danno il
meglio di sè durante la festa patronale di S. Ginese (24 agosto) durante la
quale vengono suonate dai maestri campanari che si tramandano di padre
in figlio questo mestiere così antico.
Il
loro suono così cristallino e puro estasiò anche il Maestro Puccini che volle
riprodurre tali melodie nella Tosca, rendendo così omaggio alla città e alle
sue quattro campane.
LE UNICITA' DEL NOSTRO TERRITORIO
Diffuso
su tutta la piana da Lucca fino al mare, è lungo le coste della Versilia che il
Camuciolo (nome
scientifico Helichrysum Stoechas) ha trovato il suo habitat più congeniale
colorando e profumando le dune di sabbia con i suoi intensi fiori gialli. Da
questo arbusto, un tempo si ricavavano profumi per abiti e adesso viene
utilizzato per produrre il
miele di spiaggia dal
tipico gusto amarognolo con una tonalità intesa di salmastro e aria di mare.
Un piatto povero
ma ricco di calorie per riscaldare la pancia e il cuore nei mesi invernali: l'intruglia. Fagioli borlotti, bietola, cavolo
nero, carote, farina di granoturco ....e tanta pazienza nel cucinarla. L'intruglia era il piatto
tipico della famiglia contadina che faceva virtù dei prodotti della terra.
Snobbato per parecchio tempo, oggi è stato rivalutato dal presidio slow food
e dalla cucina vegan che valorizza l'alimentazione senza prodotti di
origine animale.
Link relativi:
- Parco Migliarino - S. Rossore
- Bargecchia e le campane della Tosca, video su youtube.com
- Il Borgo di Bargecchia
- Il miele di spiaggia strega anche Tony Blair
- I Romani si fermarono a Massaciuccoli le terme dette "Buche di Nerone"
- Il becolino, vero nome del barchetto, blog.intoscana.it - il lavoro raccontato
- Il Maestro Puccini si fermò anche a Villa Ginori
- Fate e leggende a Massarosa
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RispondiEliminaSARA' AGGIORNATO QUANTO PRIMA
MI SCUSO PER IL DISAGIO
MARTINA
ASSOCIAZIONE ARA